L’Art Déco: dall’Europa all’America
Nel 1902, Torino ebbe l’onore di ospitare l’Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna, interamente dedicata allo stile Liberty. Il regolamento prevedeva che solo le opere artigianali più innovative meritassero l’ammissione alla mostra, pertanto il pubblico ebbe l’opportunità di ammirare solo l’eccellenza nel campo dell’arredamento, dell’arte e dell’architettura.
Da Parigi fino a Hollywood
A Parigi, nel 1925, l’Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels rese popolare quello stile concepito in Italia solo pochi anni prima, rendendolo noto col nome di Art Déco. Si trattava di uno stile caratterizzato dalle forme geometriche, prese in prestito dal cubismo e dall’arte astratta, a simboleggiare la modernità unita al fascino decadente. Questo insieme, così inedito e piacevole, colpì molto la delegazione inviata da Herbert Hoover, segretario al Commercio degli Stati Uniti in quegli stessi anni, ma non solo.
Il pittore francese Kean Dupas (1882-1964) ottenne un posto d’onore all’interno delle grandi produzioni hollywoodiane per le sue opere in stile Art Déco; ciò fu voluto da Cedric Gibbons, all’epoca direttore artistico della Paramount, colpito dal lavoro di Dupas durante l’Expo di Parigi. Uno dei suoi quadri compare nel film Mancia competente, diretto nel 1932 da E. Lubitsch.
L’Art Déco uscì dall’Europa, affermandosi anche nell'architettura e nel gusto nordamericano sotto forma di dipinti, sculture, mobili e mezzi espressivi di ogni tipo. Nel 1926, i grandi magazzini americani diedero spazio alle opere di designer francesi e americani, come Carlu, Loewy e Deskey.
A Miami esiste ancora un intero distretto con il suggestivo nome di Art Déco Historic Districts, costellato di alberghi turistici dal grande valore storico e artistico. Si avverte una pesante influenza dovuta all’Expo parigina, ma con un occhio di riguardo per il gusto locale e gli elementi che ricordano la vegetazione tropicale. L’Art Déco francese si fonde così con palme, fenicotteri, motivi nautici e colori pastello, creando ciò che venne poi chiamato Tropical Art Déco.
Questo stile subì molto la presenza di vari elementi, come la musica jazz, le innovazioni in campo tecnologico, le forme neoclassiche e quelle più moderne. Per quanto riguarda i materiali, trovarono subito largo impiego l’alluminio, l’acciaio, il legno e la lacca; le forme più usate, invece, comprendevano motivi a V, raggi solari, curve sinuose, zigzag e scacchi.
Esempio di queste caratteristiche peculiari, sono sicuramente la nostra piccola credenza Art Déco finemente intarsiata, la credenza dei primi anni '30 del 1900 in stile Art Déco e la nostra libreria vetrina di linea art déco anni '40, realizzata in noce e radica.
L’Art Déco: il declino e il ritorno
Lo stile glamour dell’Art Déco, che aveva dominato i ruggenti anni Venti, viene considerato un precursore del razionalismo italiano, la corrente architettonica che caratterizzò l’epoca fascista e i decenni successivi; tale corrente si ispirava alle linee classiche dell’antica Roma, con una continuità verso il moderno.
L’Art Déco cadde in disgrazia con l’inizio della seconda guerra mondiale, incompatibile con uno stile dall’apparenza troppo lussuosa, ma tornò di moda negli anni Ottanta grazie al cinema noir.
Tuttora attuale, l’Art Déco risulta elegante nei materiali che impiega: cromo, legno, vetro, acciaio, argento e oro, il tutto mantenendo le forme che l’hanno reso celebre. Chi desidera un tocco di questo stile nella propria casa potrà impiegare delle riproduzioni fedeli oppure dei pezzi vintage d’epoca, rari e preziosi come la nostra maestosa scrivania dei primi dell'900 attribuibile a Josef Hoffman per Kohn, modello 500/6, o la bellissima coppia di poltrone Art Déco anni '20 della Secessione Viennese, con particolari braccioli ad unghia.