Les italiens de Paris ( in riferimento alla mostra di Novara fino al 7 aprile 2024)
(Giovanni Boldini (1842-1931) - Fanciulla con gatto nero, 1885)
Nel 1861, il Regno d’Italia venne dichiarato uno stato unitario, ma di fatto le persone erano ancora divise dalle disuguaglianze socioeconomiche. I sentimenti risorgimentali avevano infiammato le menti dei giovani più sensibili, ma il progresso industriale era ancora lontano; così nacque il movimento dei Macchiaioli, tanto affezionati ai paesaggi rurali come quelli della Toscana. Gli italiani in cerca del gusto moderno, invece, preferirono spostarsi nelle capitali europee più avanzate dal punto di vista tecnologico e culturale. Tra le capitali preferite si trovò la culla dell’Impressionismo, la stimolante Parigi, da cui l’epiteto Les Italiens de Paris, ovvero gli italiani a Parigi.
(Giovanni Boldini, Place Clichy, 1874)
https://www.grandvintage.it/italiano/tavolino-bistrot-in-ghisa-con-piano-in-marmo-carrara.html
Tra di essi, vale la pena menzionare Giovanni Boldini, Giuseppe de Nittis, Federico Zandomeneghi, Antonio Mancini e Vittorio Corcos. La loro fantasia, accesa da scenari e ricchezza impensabili in Italia, venne ulteriormente fomentata dall’incontro con la pittura visionaria e la raffinata architettura francese.
Tuttora, questo gruppo si trascina dietro la fama di pittori commerciali, per la produzione di opere più vicine al gusto del mercato che al proprio progetto personale, e in effetti i loro quadri vendettero (e vendono ancora) molto bene.
(Raffaelle Ragione (1855-1925) - La cantina degli artisti)
Tuttavia, è bene tenere a mente che la qualità dei loro lavori era molto alta e che vissero appieno, esprimendolo nelle proprie opere, il vero spirito della Belle Epoque parigina. La borghesia e la nobiltà parigina fecero volentieri da mecenati per i pittori italiani, accettando spesso di farsi ritrarre;
(Giovanni Boldini, Giovane in déshabillé con specchio, 1879-1880)
https://www.grandvintage.it/italiano/specchio-ovale-con-manico-fine-800.html
Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – Parigi 1931), grande frequentatore dei salotti mondani, fu uno dei ritrattisti più prolifici, ritraendo i suoi soggetti anche in situazioni intime e riservate (come nel Giovane in déshabillé con specchio (La toilette), olio su tela).
(Giovanni Boldini - Berthe che legge la dedica sul ventaglio 1878)
https://www.grandvintage.it/italiano/poltrona-antica-luigi-filippo-in-noce-imbottita-xix-secolo.html
Giuseppe de Nittis (Ferrara 1842 – Parigi 1931), rivale di Boldini, invece, preferiva concentrarsi sull’ambiente artistico-letterario, e così entrò in contatto con le grandi menti dell’epoca, tra cui Manet, Degas e Zola.
Antonio Mancini (Roma 1852 – 1930), tra tutti gli italiani a Parigi, fu quello con l’esperienza più breve; i suoi soggetti ritraevano perlopiù membri del ceto basso, senza gusto per lo sfarzo che aveva attirato i suoi colleghi.
Al contrario, Federico Zandomeneghi, detto poi Zandò (Venezia 1841 – Parigi 1917), fece della Francia la sua fissa dimora, diventando amico di Degas, Pissarro e Toulouse-Lautrec, e prendendo il suo posto nella schiera degli impressionisti.
(Vittorio Matteo Corcos (1859-1933) - Anna Belimbau, 1900)
https://www.grandvintage.it/italiano/dormeuse-antica-di-fine-800.html
Tra i soggetti più cari al pittore, si trovano le persone (in particolare le donne). Infine Vittorio Corcos (Livorno 1859 – Firenze 1933), un po’ come Boldini, scelse di rappresentare il lato più elegante di Parigi, con ritratti e scene quotidiane.
(Giovanni Boldini, La Contessa Speranza, 1899)
Olivier Cater